MIOFIBROMA INFANTILE E MIOFIBROMATOSI: focus sul recettore del fattore di crescita piastrinico PDFGFB.

MIOFIBROMA INFANTILE E MIOFIBROMATOSI: focus sul recettore del fattore di crescita piastrinico PDFGFB.

Arianna Piccolo
Unità Operativa di Dermatologia, Policlinico di Roma Tor Vergata

Il miofibroma infantile è un raro tumore pediatrico benigno di origine miofibroblastica con incidenza di 1 su 150.000 nati vivi. Il miofibroma, il miopericitoma e il glomangiopericitoma sono considerati uno spettro morfologico continuo di lesioni composte da cellule perivascolari che esprimono actina muscolare liscia (SMA) con un grado variabile di differenziazione verso le cellule fusate-mioidi o a morfologia glomoide. E’ stato ipotizzato che queste lesioni possano provenire da cellule periendoteliali pluripotenti in grado di differenziarsi lungo le linee cellulari muscolari lisce, pericitiche e glomiche oppure, l’altra possibilità, è che queste lesioni derivino da miofibroblasti.

Il miofibroma si presenta più comunemente nella regione della testa e del collo ma la localizzazione può essere ubiquitaria. I miofibromi sono classificati in 3 diversi sottotipi clinici, tra cui: solitario, multicentrico senza coinvolgimento viscerale e generalizzato con coinvolgimento viscerale. Il sottotipo solitario è limitato alla cute o ai tessuti molli sottocutanei, mentre la forma multicentrica si manifesta con lesioni multiple sulla cute, nei tessuti molli e nelle ossa e, infine, il sottotipo generalizzato coinvolge i visceri, come il cuore, la pleura polmonare o il tratto gastrointestinale, con prognosi peggiore. L’interessamento intracranico è raro. Il termine “miofibromatosi”, invece, descrive la presenza di lesioni multifocali. Recentemente, mutazioni del recettore piastrincio-PDGFRB- sono state identificate in alcuni casi familiari (mutazioni germinali) e sporadici (mutazioni somatiche) del miofibroma. Il gene PDGFRB codifica per un recettore tirosin-chinasico che lega il fattore di crescita piastrino-derivato B (PDGFB) e il fattore di crescita D (PDGFD) ed è altamente espresso nei fibroblasti, nei periciti ed in altre cellule di origine mesenchimale. Il Ligand binding induce la dimerizzazione del PDGFRB e un cambiamento di conformazione, che attiva il dominio tirosin-chinasico. La fosforilazione del recettore sui residui di tirosina crea siti di attracco per il signalling di alcune proteine, tra cui fosfatidilinositolo-3 chinasi (PI3K), fattori di trascrizione STAT, fosfolipasi Cc (PLCc) e GRB2. Si è osservato che i topi carenti in PDGFB o PDGFRB muoiono per molteplici accidenti vascolari, comprese le emorragie dovute ad una grave mancanza di pericitìti e cellule muscolari lisce nei vasi sanguigni.

Recentemente Dachy et al, hanno analizzato miofibromi di 69 pazienti, di cui 60 erano bambini (87%, 29 ragazze [48%]) e 9 erano adulti (13%, 4 donne [44%]). Sono state documentate mutazioni ‘gain of function’ di PDGFRB nelle biopsie di 25 bambini, e non sono state trovate negli adulti.

Le mutazioni erano associate alla forma severa multifocale (13 casi su 19 miofibromatosi [68%]). Sebbene i pazienti non presentassero anamnesi familiare positiva, 3 su 25 mutazioni (12%) erano probabilmente germinali, suggerendo mutazioni ereditarie de novo. Tutte le mutazioni di PDGFRB erano associate all’attivazione del recettore indipendente dal ligando e tutte tranne una erano sensibili a imatinib a concentrazioni clinicamente rilevanti, che viene utilizzato con successo in altri tumori dei tessuti molli, come i dermatofibrosarcoma protuberans e i GIST. I potenziali benefici di questo trattamento nella miofibromatosi devono essere bilanciati con gli effetti collaterali, come la crescita rallentata, descritta nei bambini affetti da leucemia mieloide cronica. In conclusione, trattandosi di lesioni benigne, nel caso delle lesioni che interessano la cute e/o i muscoli, non è indicato alcun trattamento e si propone un approccio di vigile attesa, mentre è necessaria l’escissione chirurgica radicale se sono coinvolti organi vitali. Altri trattamenti come l’INF-alfa o la chemioterapia convenzionale (vincristina, actinomicina D, e ciclofosfamide) devono essere tenuti in considerazione nei pazienti con progressione sintomatica rapida, a causa del rischio a lungo termine di sviluppare tumori maligni secondari. Le mutazioni del PDGFRB nei miofibromi possono interessare solo i bambini ed essere più frequenti nella forma di malattia multifocale, sebbene presenti nei miofibromi pediatrici solitari. Queste alterazioni possono essere sensibili agli inibitori della tirosin-chinasi. Il sequenziamento del PDGFRB sembra avere un valore dirimente per la diagnosi, prognosi e terapia dei tumori dei tessuti molli nei bambini.

Bibliografia

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