Carcinoma a cellule di Merkel: l’importanza dei principali fattori di rischio nella prevenzione e nel trattamento del tumore

Carcinoma a cellule di Merkel: l’importanza dei principali fattori di rischio nella prevenzione e nel trattamento del tumore

Chiara Cattani
UOSD Dermatologia, Policlinico di Roma Tor Vergata, Università di Roma Tor Vergata

Il carcinoma a cellule di Merkel (MCC) è un raro tumore cutaneo di differenziazione neuroendocrina dalla prognosi sfavorevole. Si caratterizza per il comportamento aggressivo, una rapida crescita, l’elevato rischio di metastasi e di mortalità. Sebbene il MCC sia un tumore estremamente raro, la sua incidenza è aumentata costantemente negli ultimi decenni. A livello globale l’attuale tasso di incidenza di MCC è di circa 0,5-1 per 100.000 abitanti, quasi il doppio dell’entità osservata alla fine del XX secolo. L’aumento dell’incidenza sottolinea l’importanza di un attento monitoraggio e di una diagnosi precoce, al fine di migliorare la prognosi. L’infezione da poliomavirus a cellule di Merkel (MCPyV), presente in circa l’80% dei casi di MCC, l’esposizione ai raggi UV e l’immunosoppressione sono i principali fattori di rischio. L’invecchiamento, il sesso maschile, il fototipo chiaro e la predisposizione genetica rappresentano ulteriori fattori che aumentano la probabilità di sviluppare questa neoplasia.

Una gestione preventiva, che includa la protezione solare e il monitoraggio dei pazienti immunocompromessi, è fondamentale per ridurre l’incidenza di MCC e migliorare la prognosi.
Tribble et al. hanno identificato i fattori trigger del carcinoma a cellule di Merkel in un campione di 38.020 pazienti affetti dalla neoplasia. Nello specifico nel 2,5% dei pazienti lo sviluppo di MCC era attribuibile a fattori immunosoppressivi, nel 63,8% era causato dal poliomavirus a cellule di Merkel (MCPyV) e nel 65,1% era dovuto a fattori di natura ambientale quali i raggi UV. Questa valutazione epidemiologica ha quantificato il contributo dei principali fattori di rischio, sottolineando il ruolo importante delle radiazioni ultraviolette e del poliomavirus MCPyV.

Da questo studio si evince che gli sforzi per ridurre l’incidenza del carcinoma a cellule di Merkel dovrebbero concentrarsi su strategie di prevenzione: l’uso di protezione solare, evitare l’esposizione al sole nelle ore di picco, l’uso di indumenti protettivi e la protezione contro le lampade abbronzanti. Inoltre, monitorare regolarmente la pelle e sottoporsi a controlli dermatologici periodici può aiutare nella diagnosi precoce, migliorando significativamente il trattamento e i tassi di sopravvivenza.
Questi studi epidemiologici hanno portato alla sperimentazione anche di nuove strategie terapeutiche. Sono state introdotte terapie immunologiche mirate a stimolare la risposta immunitaria contro il virus, l’inibizione della replicazione virale e terapie target contro le proteine virali specifiche. I pazienti con MCC associato al poliomavirus MCPyV tendono a rispondere particolarmente bene agli inibitori di PD-1 poiché esprimono atingeni virali rinoconosciuti come non-self e quindi più suscettibili alla risposta immunitaria mediata da PD-1.

Hansen et al.  hanno dimostrato l’importanza della risposta immunitaria dell’ospite contro gli antigeni oncogeni-virali T-Ags, espressi dal carcinoma a cellule di Merkel virus positivo. Questi antigeni, che sono fondamentali per la tumorigenesi e per il mantenimento della malattia, sono stati identificati come bersagli ideali altamente tumore-specifici per il trattamento del carcinoma a cellule di Merkel.
Nonostante i progressi, la gestione del MCC rimane ancora una sfida. Terapie future si concentreranno sull’ottimizzazione dell’immunoterapia, sulla prevenzione e sulla personalizzazione dei trattamenti. Inoltre, una maggiore comprensione della biologia molecolare della malattia permetterà di migliorare ulteriormente i tassi di sopravvivenza e la qualità della vita dei pazienti.

BIBLIOGRAFICA

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