Aspetti psicologici e intervento multidisciplinare nella psoriasi
Claudia Galluzzi, Psicologa PhD. Freelance
La psoriasi è una malattia altamente debilitante, sia sul piano fisico che su quello socio-psicologico. Esiste ampia evidenza della sua natura sistemica e della sua comorbilità con altre malattie, soprattutto una comorbilità psicologica e psichiatrica, spesso indicatore di disabilità più importante degli aspetti dermatologici. Numerose indagini trasversali hanno riportato alcuni aspetti psicologici tipici della psoriasi, come stress e ansia, stigmatizzazione, depressione, difficoltà nell’elaborazione delle emozioni, etc., non sempre riconducibili a misure di gravità della malattia, come l’ampiezza della superficie coinvolta o la gravità delle placche1.
- Lo STRESS come fattore soprattutto di mantenimento della malattia presenta delle caratteristiche specifiche per cui il modello biomedico non è sufficiente per spiegare gli effetti psicologici e di disabilità associati alla malattia. Per esempio la stigmatizzazione non è infatti solo una realtà realmente vissuta, ma anche una realtà percepita dal paziente. Infatti si è osservato che lo stigma in molti casi non è proporzionale né predetto dall’ampiezza della superficie della pelle coinvolta, ma sembra legato anche a fattori come la localizzazione delle placche nel corpo. Così lesioni sul dorso delle mani innalzano i livelli di stigmatizzazione molto più di quanto non accada per localizzazioni anche gravi su volto o unghie2, mediando emozioni di vergogna e senso di colpa. Gli aspetti cognitivi che rimandano allo stigma percepito sono la sensibilità alle opinioni e all’atteggiamento degli altri, l’anticipazione della reazione degli altri, il sentirsi imperfetti e criticati, la riservatezza, la bassa auto-stima, sentimento di impotenza rispetto alla malattia, fino a specifiche organizzazioni di personalità, come personalità di tipo D, cui si associano comportamenti di vera e propria inibizione sociale3. Temendo la reazione degli altri e mettendo in atto comportamenti di evitamento si aumentano i livelli di stress, con aggravio della sintomatologia dermatologica e significativo abbassamento della qualità della vita. Un altro aspetto osservato è il worry o rimuginio patologico, ovvero un processo mentale indesiderato e incontrollabile come tentativo di fronteggiare l’ansia. In particolare gli studi di Fortune et al.4 si sono incentrati sull’osservazione della natura del rimuginio patologico in questi pazienti e delle sue implicazioni nella risposta al trattamento farmacologico. Secondo questi alla base del rimuginio i pensieri di colpa per il proprio stato mentale ‘ritenuto’ mantengono la malattia più dei fattori quali la cronicità, la gravità dei sintomi o l’estensione fisica del disturbo. In ultimo parliamo di Alessitimia, come tratto di personalità che indica una difficoltà ad identificare e/o descrivere le emozioni e a distinguerle dalle sensazioni fisiche. Ricerche che hanno collegato l’alessitimia alla psoriasi hanno evidenziato una mancanza di consapevolezza corporea, che può portare all’aumento di prurito, dolore, fatica, frustrazione e neuroticismo5.
- Il subire la stigmatizzazione sociale, sentimenti di imbarazzo e consapevolezza dell’impatto estetico della malattia, condotte di isolamento e ritiro sociale, abuso di alcool e fumo, sono fattori che possono favorire l’emergere di SINTOMI DEPRESSIVI, stimati nei pazienti con psoriasi tra il 30% e il 62%. La depressione può avere effetti negativi sul decorso della malattia per due ragioni: 1) Fattore di abbassamento della soglia del prurito6. 2) Sfavorisce la compliance del paziente al trattamento7.
- La RABBIA, molto osservata nella clinica, è un aspetto meno indagato nella psoriasi rispetto all’ansia e la depressione. La maggior parte degli studi che hanno trovato un’associazione tra rabbia e disturbo dermatologico hanno messo in luce la psoriasi come malattia della pelle più frequentemente correlata con la rabbia8 Ma ancora il campo rimane poco esplorato (che tipo di rabbia? diretta verso gli altri, autodiretta o negata?), anche nei termini delle interconnessioni con aspetti dermatologici specifici (con la rabbia sono coinvolte aree specifiche del corpo? il prurito può fungere da mediatore per la rabbia?).
TRATTAMENTO PSICOLOGICO (INTEGRATO) DELLA PSORIASI
Risulta sempre più necessario trattare la psoriasi con un approccio che integri l’aspetto somatico e quello psicologico, sia perché la psoriasi ha spesso gravi effetti psicologici sulla persona, sia perché esistono caratteristiche psicologiche del paziente che esacerbano la malattia attraverso determinati schemi di pensiero, emozioni e condotte comportamentali. La Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT) si è dimostrata un trattamento d’elezione. Si è infatti osservato che attraverso la CBT si può ottenere un miglioramento della gravità della malattia, delle interconnesse variabili psicologiche (ansia, stress, depressione) e della qualità di vita9.
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