L’arrivo della “Target therapy” per il trattamento della dermatite atopica

L’arrivo della “Target therapy” per il trattamento della dermatite atopica

Caterina Lanna
Unità Operativa di Dermatologia, Policlinico Universitario di Roma Tor Vergata

La dermatite atopica (DA) è una patologia cronica recidivante con una prevalenza globale del 15-30% nei bambini e fino al 10% negli adulti, dalla complessa patogenesi, coinvolgente difetti della barriera epidermica, fattori di rischio genetici e ambientali e disregolazione immunitaria [1].

Le varie opzioni terapeutiche fino ad oggi hanno ben controllato i sintomi di questa patologia, a volte invalidante per i pazienti che sono afflitti dal prurito e dall’ infiammazione cronica sulla cute. In particolare le terapie topiche, considerate di prima linea, includono emollienti, corticosteroidi e inibitori della calcineurina che, risultano efficaci, ma possono essere utilizzati per periodi limitati per gli effetti avversi.[2,3]. I farmaci sistemici come ciclosporina (unico approvato per il trattamento della DA dell’adulto), metotrexato, azatioprina e micofenolato mofetile (off-label) sono usati in casi moderato-gravi, nonostante i loro profili di sicurezza siano poco favorevoli [2]. I corticosteroidi sistemici, infine, non sono indicati nel trattamento long term, ma esclusivamente durante le esacerbazioni, a causa dei numerosi effetti collaterali [2].

Vista la necessità di nuove valide terapie, negli ultimi anni, la terapia target, che può bloccare i fattori principali coinvolti nella patogenesi della patologia, rappresenta un obbiettivo fondamentale della ricerca nel trattamento della DA, come avvenuto parallelamente nella terapia della psoriasi.

Numerose aspettative sono rivolte, in particolare, verso il farmaco biologico Dupilumab, anticorpo monoclonale IgG4 interamente umano, già approvato dall’FDA negli USA per il trattamento di adulti affetti da DA da moderata a grave, non adeguatamente controllata con trattamenti topici, eleggibili alla terapia sistemica. Dupilumab è un anticorpo monoclonale, che  inibisce la trasduzione del segnale dell’interleuchina 4 e dell’interleuchina 13; questo processo avviene attraverso l’inibizione del recettore di tipo I (IL-4Rαc), ed entrambe le trasduzioni di segnale IL-4 e IL-13 attraverso il recettore di tipo II (IL-4Rα/IL-13Rα). IL-4 e IL-13 sono citochine chiave di tipo 2 (inclusa Th2) coinvolte nella DA.  Dupilumab controlla in modo efficace la dermatite migliorando in modo determinante la qualità di vita di questi pazienti. In tutti gli studi il farmaco ha infatti raggiunto l’endpoint primario e secondario senza eventi avversi. Rispetto al placebo, sono state registrate in percentuale più alta reazioni nel sito d’iniezione, infiammazione oculare e/o piccole piaghe in bocca e sulle labbra.

Per quanto concerne i topici, invece, il Crisaborolo, prima small molecule topica anti-PDE-4 approvata dall’ FDA a dicembre 2016 per il trattamento della DA lieve-moderata in pazienti maggiori dei 2 anni di età, sembrerebbe estremamente promettente [2,3].

Tra gli altri trattamenti topici anche il Tofacitinib, inibitore della Janus chinasi (JAK)1/3, in formulazione topica come unguento al 2%, ha confermato la sua efficacia e tollerabilità in uno studio di fase 2 di 4 settimane su 69 adulti, con DA lieve-moderata con ottimi risultati. [2,3].

Vari antimicrobici topici, inoltre, sono in fase di sperimentazione per rivalutare l’ipotesi che l’eliminazione di S. Aureus dalla cute degli individui affetti da DA possa o meno incidere sul miglioramento della sintomatologia di tale patologia [2,3].

Diversi farmaci sono, poi, in fase di valutazione per il controllo del prurito. Citandone alcuni, lo ZPL-3893787 e l’Asimadolina, si sono dimostrati efficaci sotto questo aspetto [2,3].

Tra le terapie orali, l’Apremilast, small molecule anti-PDE4, attualmente utilizzato per psoriasi e artrite psoriasica, ha dimostrato discreti effetti anche sulla DA, sebbene siano necessari studi futuri per determinarne il dosaggio appropriato [3]. Gli inibitori della JAK sono attualmente in studio anche come possibili terapie orali, in particolare, quattro sono quelli in studi di fase 2: Tofacitinib, Baricitinib, PF-04965842 e Upadacitinib [3].

I nuovi promettenti approcci terapeutici potranno drasticamente migliorare la qualità di vita dei pazienti affetti da DA e potranno poi essere combinati, laddove necessario, con le terapie tradizionali, somministrate a dosaggi ridotti e quindi con meno effetti collaterali.

Bibliografia

  1. Simpson, EL, Irvine, AD, Eichenfield, LF, Friedlander, SF.: Update on epidemiology, diagnosis, and disease course of atopic dermatitis. Semin Cutan Med Surg. 2016;35:S84-8.
  2. Edwards T, Patel NU, Blake A, Prabakaran S, Reimer D, Feldman SR, Strowd LC.:Insights into future therapeutics for atopic dermatitis. Expert Opin Pharmacother. 2018 Feb;19(3):265-278.
  3. Udkoff J, Waldman A, Ahluwalia J, Borok J, Eichenfield LF.:Current and emerging topical therapies for atopic dermatitis. Clin Dermatol. 2017 Jul – Aug;35(4):375-382.
  4. Beck LA et al.: Dupilumab treatment in adults with moderate-to-severe atopic dermatitis. N Engl J Med. 2014 Jul 10;371(2):130-9.