Carcinoma squamocellulare basaloide HPV-correlato del pene

Carcinoma squamocellulare basaloide HPV-correlato del pene

Valeria Ciciarelli, Fabio Brunelli*
Clinica Dermatologica, Università degli Studi dell’Aquila; *UOC Anatomia Patologica, Ospedale di Avezzano, ASL1 Abruzzo.

Caso clinico

Un uomo di 79 anni è giunto alla nostra osservazione per la presenza di una lesione in regione peniena, insorta da circa due anni ed aumentata di dimensioni nel tempo. La lesione era localizzata a livello del glande, in sede periuretrale, e si presentava come una placca eritematosa, con superficie liscia e margini regolari (Fig. 1); dermoscopicamente era presente un pattern vascolare polimorfo con vasi puntiformi e glomerulari (Fig. 2). Il paziente riferiva che la lesione era stata trattata con diverse terapie topiche, inizialmente a base di steroidi e poi a base di antimicotici, senza alcun miglioramento del quadro clinico. In anamnesi il paziente non presentava nessuna patologia di rilievo. Gli esami ematochimici e l’esame urine erano nella norma. La lesione era asintomatica ed il paziente non riferiva né disuria nè secrezione uretrale. Abbiamo quindi escluso la diagnosi di balanite di natura infettiva e non abbiamo ritenuto necessario effettuare un tampone uretrale. In considerazione del quadro clinico e dermoscopico e della resistenza alle terapie topiche, abbiamo ipotizzato si trattasse di una lesione maligna non melanocitaria ed abbiamo deciso di effettuare una biopsia incisionale. L’esame istologico (Fig. 3) deponeva per neoplasia intraepiteliale basaloide indifferenziata, p40+ e p16+ (Fig.4) confermando il nostro sospetto clinico.

In considerazione della sede e delle dimensioni della lesione non vi era indicazione all’intervento chirurgico, e dopo consulto con i radioterapisti abbiamo deciso di iniziare il trattamento con brachiterapia.

Il carcinoma squamocellulare (SCC) è la forma più comune di carcinoma del pene e le sue varianti istologiche principali sono la forma differenziata cheratinizzata (49%), la forma mista verrucosa-basaloide (17%), la forma verrucosa (8%) e la forma basaloide (4%) (Anic G.M. et al, 2011).

La variante basaloide è una forma rara di SCC, che interessa più frequentemente il distretto testa-collo (Kyung-ja Cho et al, 2017). La maggior parte dei carcinomi del pene sono associati ad infezioni da HPV: diversi studi in letteratura hanno infatti stimato che fino al 60-100% delle PIN (neoplasie intraepiteliali del pene) siano positive per HPV DNA (Rubin M.A. et al, 2001). In particolare, l’associazione con l’HPV si osserva più frequentemente nelle varianti verrucosa e basaloide; in quest’ultima variante, l’HPV si ritrova nell’80% dei casi (Rubin M.A. et al, 2001). La positività del marker p16, osservata nel nostro paziente, è di comune riscontro nelle forme HPV-correlate (Kyung-ja Cho et al, 2017).

Bibliografia

  1. Anic G.M., Giuliano A.R. Genital infection and related lesion in men. Prev Med 2011; 53:36-41.
  2. Kyoung-ja Cho, Se Un Jeong, et al. Basaloid squamous cell carcinoma of the head and neck: subclassification into basal, ductal and mixed subtypes based on comparison of clinico-pathologic features and expression of p53, cyclin D1, epidermal growth factor receptor, p16 and HPV. Journal of Pathology and Translational Medicine 2017; 51:374-380.
  3. Rubin M.A., Kleter B., Zhou M. Detenction and typing of human papillomavirus DNA in penile carcinoma: evidence for multiple indipendent pathway of penile carcinogenesis. Am J Pathol 2001; 159:1211-1218.

Fig.1

Fig.2

Fig.3

Fig.4