Tonini Annalisa, Janowska Agata, Sbolci Simona, Dini Valentina, Romanelli Marco.
UO Dermatologia – Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale Università di Pisa – Pisa.
CASO CLINICO
Nel marzo 2015 una donna di 34 anni affetta da disturbo bipolare è stata ricoverata presso il Breast Center di Pisa per un’estesa lesione necrotica a carico della mammella destra, con secrezione di essudato purulento e maleodorante ed eritema ed edema dell’area circostante (Fig.1). La paziente è stata sottoposta a terapia antibiotica per via endovenosa e debridement chirurgico, che ha richiesto l’asportazione del tessuto ghiandolare mammario dei quadranti inferiori e centrale coinvolti nel processo necrotico.
Analisi chimiche hanno confermato che la lesione era stata determinata dall’iniezione locale di dentifricio da parte della paziente al fine di distruggere parte della mammella, a suo dire eccessivamente voluminosa.
A seguito della deiscenza della ferita chirurgica la paziente è stata trattata per 2 settimane con la terapia a pressione negativa (NPWT) e successivamente è stata inviata all’osservazione dell’ambulatorio Ferite Difficili della nostra U.O.
Alla nostra valutazione la ferita aveva un’area di 55 cm2 e una profondità massima di 3,9 cm, con fondo granuleggiante e solo lievemente fibrinoso, e non mostrava segni di infezione o necrosi. Abbiamo deciso perciò di proseguire la NPWT con garza per un mese, con una riduzione di circa il 50% della superficie della ferita e del 75% della profondità già nelle prime 2 settimane (Fig. 2, grafico 1), e notevole miglioramento della sintomatologia dolorosa. Dopo 4 settimane di trattamento la superficie della ferita era scesa a 7 cm2 e la profondità massima a 0,4 cm (Fig. 3).
Data la riduzione dell’estensione e la qualità del letto di ferita abbiamo deciso di utilizzare come ultimo approccio una tecnica innovativa che consente l’applicazione di microinnesti epidermici frazionali autologhi, ottenuti attraverso uno strumento che associa calore e pressione negativa.
Gli innesti sono stati prelevati, previa disinfezione della zona con alcol isopropilico al 70%, dalla regione mediale della coscia sinistra (Fig. 4). Le “microcalotte” epidermiche così ottenute sono state quindi trasferite al sito accettore mediante una medicazione non aderente (Fig.5), che è stata fissata in loco tramite apposizione di una schiuma di poliuretano con interfaccia al silicone e cerotto. Il sito donatore è stato trattato con una medicazione non aderente e coperto con un cerotto con garza.
Fig. 1 – Lesione necrotica all’accesso al Breast Center.
Fig. 2 – Dopo 2 settimane di NPWT.
Fig. 3 – Dopo 4 settimane di NPWT.
Fig. 4 – Prelievo dei microinnesti al sito donatore (coscia sn)
Fig. 5 – Applicazione dei microinnesti.
Fig. 6 – Guarigione della ferita.