L’altro aspetto dei viaggi esotici: quando i tropici lasciano il segno

L’altro aspetto dei viaggi esotici: quando i tropici lasciano il segno

Antonio Massaro
Unità Operativa di Dermatologia, Policlinico di Roma Tor Vergata

Oggigiorno molte persone hanno la possibilità di viaggiare facilmente e rapidamente in tutto il mondo. Questo espone coloro che viaggiano ad agenti infettivi praticamente non diffusi, almeno fino ad oggi, alle nostre latitudini, con il rischio di contrarre patologie tropicali, che si presentano con febbre, diarrea e manifestazioni cutanee.1

Queste ultime manifestazioni possono essere segno di un’ampia varietà di patologie ‘tropicali’: dalla Larva Migrans Cutanea e Leishmaniosi cutanee, all’Ulcera del Buruli, solo per dare un rapido sguardo su questo così vasto panorama.1,2

Larva Migrans Cutanea

La Larva Migrans Cutanea, anche nota come Eruzione Strisciante, è una zoonosi dei Paesi tropicali e subtropicali causata dagli anchilostomi di cani e gatti, rispettivamente l’Ancylostoma braziliense e l’Ancylostoma caninum. Tali parassiti penetrano la cute intatta per contatto diretto col terreno o con la sabbia contaminata. Non è raro che l’infestazione possa avvenire passeggiando sulla spiaggia o semplicemente sdraiandosi sulla sabbia tropicale contaminata. Il ciclo biologico del parassita si completa negli ospiti definitivi (cani e gatti), l’uomo ne rappresenta solo un contagio accidentale, non potendosi portare a termine nella nostra specie. Ciononostante le larve, una volta penetrate nell’epidermide, migrano senza meta con una velocità di circa 1-2 cm al giorno ed infine muoiono entro 2-8 settimane. Durante questa migrazione digeriscono la cheratina attraverso degli enzimi cheratolitici, provocando una reazione infiammatoria locale ed un intenso prurito lungo il caratteristico ed eritematoso tratto serpiginoso. Si accompagnano frequentemente vescicole, croste e papule. L’infestazione può colpire qualsiasi punto sia giunto a contatto con il parassita, ma la localizzazione più comune è ai piedi.

La diagnosi è supportata, oltre che dalla clinica, dall’elemento anamnestico del viaggio tropicale.
La terapia raccomandata è l’Albendazolo 400 mg al dì per 3-5 giorni, oppure l’Ivermectina 200 µg/kg in singola dose, o il Tiabendazolo crema 10% per 5 giorni.1,3

Leishmaniosi cutanea

La Leishmaniosi è una parassitosi causata da protozoi appartenenti al genere Leishmania. I vettori del protozoo sono rappresentati esclusivamente dalle femmine dei Flebotomi (Pappataci), appartenenti ai generi Phlebotomus e Lutzomyia. Tali insetti sono silenziosi, ematofagi, arrivano a misurare 2-3 mm di lunghezza, sono attivi nei mesi caldi estivi e la maggior parte morde dal crepuscolo all’alba. Clinicamente lo spettro di manifestazioni della Leishmaniosi è molto vario. Alcune specie come la L. major causano esclusivamente malattia cutanea, la L. infantum può causare sia una patologia cutanea sia una sistemica, mentre la L. donovani è l’agente etiologico della Leishmaniosi viscerale.

Clinicamente la patologia si manifesta in aree accessibili ai vettori, come viso, collo, arti. La Leishmaniosi cutanea si manifesta inizialmente come papule indolori che progrediscono nell’arco di settimane o mesi in un nodulo con una crosta centrale che può staccarsi e lasciare un’ulcera a margini rilevati. La guarigione avviene entro parecchi mesi o anni e può lasciare delle cicatrici.

Le lesioni da Leishmaniosi possono essere confuse con morsi infetti di artropodi, impetigine, infezioni cutanee da micobatteri, sporotricosi e tumori cutanei. La diagnosi può essere confermata dal ritrovamento degli amastigoti al microscopio o da una biopsia.

Il trattamento topico consiste nell’applicazione giornaliera di Paromomicina 15% e Metilbenzetonio 12%, mentre quello intralesionale nella somministrazione di Meglumina Antimoniato 20 mg/kg al giorno, entrambi per 20 giorni.4,5

Ulcera del Buruli

È una patologia infettiva causata dal Mycobacterium ulcerans, un microrganismo che cresce a basse concentrazioni di ossigeno e che si trova in terreni fangosi e paludosi. Consiste in ulcere necrotizzanti in individui altresì sani. La patologia è tipica dei Paesi africani (il Buruli è una provincia dell’Uganda), ma può riscontrarsi anche in altre parti del mondo.

Le lesioni hanno inizio come noduli leggermente dolorosi o come un infiltrato eritematoso. Gradualmente si ulcerano e man mano queste diventano necrotiche, con bordi induriti ed indefiniti. Le strutture più profonde possono essere distrutte esitando in deformità e cicatrici. Il Pioderma Gangrenoso entra in diagnosi differenziale con l’Ulcera del Buruli. Pertanto nei pazienti in cui si sospetta l’etiologia infettiva sono mandatorie la biopsia e la coltura batterica prima di cominciare l’eventuale trattamento immunosoppressivo.

Per la terapia sono raccomandati Rifampicina per os (10 mg/kg/die) in associazione o con Claritromicina (7,5 mg/kg bid) o un fluorochinolone per 8 – 12 settimane. Dopo 4 settimane di trattamento antibiotico dovrebbe altresì essere considerata una terapia chirurgica di combinazione per accelerare e garantire una buona guarigione della ferita.2

Le patologie tropicali cutanee rappresentano uno nuovo ed emergente challenge diagnostico, sia a causa della relativa incidenza, sia per lo spettro delle manifestazioni cliniche che risultano polimorfe. Rimangono due capisaldi che si impongono come riferimenti dell’iter diagnostico-terapeutico: un’accurata anamnesi (che si inserisce in un contesto più ampio di attenzione e cura, attraverso un profondo rapporto medico – paziente) e un continuo e costante aggiornamento scientifico – culturale.

Bibliografia

  1. Eichelmann, K., Tomecki, K. & Martìnez, J. D. Tropical dermatology: cutaneous larva migrans, gnathostomiasis, cutaneous amebiasis and trombiculiasis. Semin. Cutaneus Med. Surg. 33, 13–15 (2014).
  2. Rathnayake, D. & Sinclair, R. Tropical and exotic dermatoses and ulcers. 43, 604–609 (2014).
  3. Kincaid, L., Klowak, M., Klowak, S. & Boggild, A. K. Management of imported cutaneous larva migrans : A case series and mini-review. Travel Med. Infect. Dis. 1–6 (2015).
  4. Pace, D. Leishmaniasis. J Infect 1–9 (2014).
  5. Handler, M. Z. et al. Cutaneous and mucocutaneous leishmaniasis. J. Am. Dermatology 73, 911–926 (2018).